Chiudiamo l'anno con una parola succulenta che sarà la protagonista di molti piatti in tavola nelle prossime ore. Lo zampone.
Il termine nasce nel 1511 quando gli abitanti del feudo modenese di Mirandola, trovandosi accerchiati dalle truppe di Papa Giulio II della Rovere e prevedendo un lungo assedio, pensarono bene di escogitare un nuovo modo per conservare la carne dei pochi maiali rimasti: insaccarla nella pelle dello zampetto anteriore dei suini. E pare che anche il Papa assaggiato la prelibatezza si sia leccato i baffi.
E quale miglior augurio per il 2008 se non uno gastronomico che inneggia al cotechino, parente molto stretto dello zampone.
Oh Cotichin, null'altro a te somiglia
in fragranza e in sapor vivanda eletta!
Quando tu giungi inarca ognun le ciglia
E tosto in bocca e giù per li canali
Delle gole bramose l'acquolina
Si sentono venire i commensali
firmato Trigrinto Bistonio, alias abate Ferrari, membro modenese dell'Arcadia, anno 1761.
Il termine nasce nel 1511 quando gli abitanti del feudo modenese di Mirandola, trovandosi accerchiati dalle truppe di Papa Giulio II della Rovere e prevedendo un lungo assedio, pensarono bene di escogitare un nuovo modo per conservare la carne dei pochi maiali rimasti: insaccarla nella pelle dello zampetto anteriore dei suini. E pare che anche il Papa assaggiato la prelibatezza si sia leccato i baffi.
E quale miglior augurio per il 2008 se non uno gastronomico che inneggia al cotechino, parente molto stretto dello zampone.
Oh Cotichin, null'altro a te somiglia
in fragranza e in sapor vivanda eletta!
Quando tu giungi inarca ognun le ciglia
E tosto in bocca e giù per li canali
Delle gole bramose l'acquolina
Si sentono venire i commensali
firmato Trigrinto Bistonio, alias abate Ferrari, membro modenese dell'Arcadia, anno 1761.
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