Lippismo

Parola che deriva dal cognome dell'attuale ct della nazionale italiana di calcio, Marcello Lippi. Il termine si presta, giornalisticamente, a più definizioni.

La più recente è da attribuire a Riccardo Signori che su Il Giornale, il 13 ottobre 2008, scrive "Ma il lippismo trionfa sempre e ci fa vedere un'altra partita". Spiega nell'articolo Signori: "In Italia abbiamo rispetto per i vincenti, ma ci mettiamo niente a buttarli giù dalla torre. E' un vizio o forse è un pregio. Lippi è l'unico che riesce a sfuggire a questa legge". L'articolo esce all'indomani del "punticino conquistato contro la Bulgaria ... qualcuno ha abbozzato: serve qualcosa di più. Ma timidamente. Non sia che Lippi se ne risentisse ... Ci racconta di un'Italia con personalità, bella a metà, e tutto passa".

Andando indietro nel tempo, di lippismo scriveva anche Giancarlo Padovan sul Corriere della Sera, l'11 aprile 1997: "E' dunque doveroso riconoscere al lippismo, la dignità e l'autorevolezza di idea vincente nel panorama calcistico internazionale. Se il "capellismo" costituiva, e ancora costituisce, una sorta di redditizia moderazione del "sacchismo" (meno fuorigioco, meno pressing, meno movimenti senza palla), Lippi finisce per essere ad un tempo la mediazione tattico - strategica tra Sacchi e Capello (più vicino a Capello, comunque) con un'accentuatissima propulsione della forza". Analisi, in questo caso, di natura tecnica. All'epoca, Lippi era l'allenatore della Juventus.

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