Generazione 20 parole

Una ricerca inglese avrebbe stabilito che i ragazzi hanno un vocabolario di 40 mila termini, ma quando parlano con i coetanei tramite Internet o il telefonino ne usano solo 800. Non solo. In un terzo delle conversazioni le parole ricorrenti sarebbero appena venti. Ecco perchè Generazione 20 parole. Questo in Inghilterra. Ma i linguisti italiani sostengono che più o meno la stessa cosa accade anche nel nostro Paese.

Tra chat, sms, social network e microblogging, il vocabolario dei ragazzi è spesso misterioso e fuorviante. "Bella" sostituisce il tradizionale ciao, "pisciare" è diventato sinonimo di "lasciare",
"abbandonare". "Accollarsi" vuol dire "mettersi in mezzo", "dare fastidio".


Per cercare di orientarsi, L'Espresso ha da tempo creato un vero e proprio vocabolario giovanile chiamato Slangopedia, che nel corso degli anni si è arricchito di più di 1200 voci grazie al contributo dei lettori. Dalla A di "ammucchiarsi" alla Z di "zaccagnata" è un fiorire di sigle, metafore, neologismi. Con differenze marcate anche da regione a regione. Ad esempio, marinare la scuola si dice in oltre 20 modi diversi: "cagnare", "bossare", "jumpare", "nargiare", "fare lippe", "fare cavalla", "fare forca", "fare chiodo".

Per i genitori, comprendere i propri figli è spesso impresa impervia. Ma non tutto è perduto. Ha scritto Michele Cortellazzo, linguista che ha creato nel 1999 il portale linguagiovani.it: "Pochi giorni fa è arrivata "pomiciare"= baciare con la lingua, da San Giovanni Valdarno. Il fatto che questo verbo sia ancora percepito come una parola giovanile secondo me indica che, in questo momento, la creatività giovanile è particolarmente ridotta. È venuto meno il desiderio di segnalare le parole e si scelgono termini assolutamente tradizionali".

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* Cortelazzo

(forse uno scherzo del correttore di Word...)