Termine coniato da Francesco Merlo, editorialista di Repubblica. Nell'ottobre 2008, Merlo scrisse che "le piaghe del lavoro italiano non sono i 'fannulloni', che non esistono come categoria determinante, ma i 'fantuttoni' alla Brunetta. Non quelli che 'fanno nulla' ma quelli che 'fanno tutto' meglio di tutti: economia, scuola, cancelli, tornelli, lucchetti, giustizia". Finendo col diventare, in sostanza, dei "fannulloni indaffarati".
Il re dei fantuttoni, per Merlo, è Renato Brunetta. Teoria rispolverata recentemente quando il Ministro per la Pubblica Amministrazione e l'Innovazione ha deciso di candidarsi a Sindaco di Venezia. Subito precisando che - in caso di vittoria - avrebbe mantenuto la doppia carica: ministro e sindaco. Il sindaco fantuttone ha scritto Merlo. Renato Brunetta, nella sua replica, ringrazia della denominazione scambiandola come un complimento "perchè immagino sia il contrario di fannullone". Sbagliando, come precisa a stretto giro Merlo, spiegando come "il fantuttone non è il contrario del fannullone, ma è un fannullone indaffarato".
Il re dei fantuttoni, per Merlo, è Renato Brunetta. Teoria rispolverata recentemente quando il Ministro per la Pubblica Amministrazione e l'Innovazione ha deciso di candidarsi a Sindaco di Venezia. Subito precisando che - in caso di vittoria - avrebbe mantenuto la doppia carica: ministro e sindaco. Il sindaco fantuttone ha scritto Merlo. Renato Brunetta, nella sua replica, ringrazia della denominazione scambiandola come un complimento "perchè immagino sia il contrario di fannullone". Sbagliando, come precisa a stretto giro Merlo, spiegando come "il fantuttone non è il contrario del fannullone, ma è un fannullone indaffarato".
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