Celebriamo la festa della donna con la parola Nushu, termine cinese che significa "scrittura delle donne". Si tratta di una lingua creata dalle donne per le donne, l'unica del genere nella storia dell'umanità.
C’è chi dice che sia nata 400 anni fa, chi mille o tremila, ma c’è chi dice che sia ancora più antica. La leggenda racconta che una bella ragazza della provincia dell’Hunan, scelta come concubina da un imperatore della dinastia Song per sfuggire alla solitudine e all’isolamento avrebbe creato un codice scritto per comunicare con la madre e le sorelle fuori dal palazzo.
Si pensava fosse ormai estinta dopo essere stata bandita da Mao negli anni cinquanta che riteneva fosse un linguaggio utilizzato per lo spionaggio interno ed internazionale. Divieto abolito a metà degli anni Settanta, ora il Nushu pare risorto grazie ad un gruppo di ricercatrici dello Hunan, proprio la regione cinese dove sarebbe nato, che sono riuscite a trascrivere centinaia di versi e a recuperare migliaia di diari segreti tenuti da spose.
Il Nushu si comporrebbe di 2800 ideogrammi, curvilinei, a differenza di quelli tradizionali che sono quadrati e vengono considerati espressione della scrittura dei maschi. Una lingua soprattutto orale, espressa in forma di versi perchè cantata dalle donne durante il lavoro, poi ricamata sulle vesti delle donne-bambine che andavano "spose schiave" a uomini e alle loro famiglie. Un linguaggio segreto, un linguaggio di ribellione, di conforto, di aiuto e di rassegnazione.
Approfondimenti:
Documentario
Così la Cina ha riscoperto la lingua segreta delle donne (Repubblica)
La scrittura intima delle donne dello Hunan
C’è chi dice che sia nata 400 anni fa, chi mille o tremila, ma c’è chi dice che sia ancora più antica. La leggenda racconta che una bella ragazza della provincia dell’Hunan, scelta come concubina da un imperatore della dinastia Song per sfuggire alla solitudine e all’isolamento avrebbe creato un codice scritto per comunicare con la madre e le sorelle fuori dal palazzo.
Si pensava fosse ormai estinta dopo essere stata bandita da Mao negli anni cinquanta che riteneva fosse un linguaggio utilizzato per lo spionaggio interno ed internazionale. Divieto abolito a metà degli anni Settanta, ora il Nushu pare risorto grazie ad un gruppo di ricercatrici dello Hunan, proprio la regione cinese dove sarebbe nato, che sono riuscite a trascrivere centinaia di versi e a recuperare migliaia di diari segreti tenuti da spose.
Il Nushu si comporrebbe di 2800 ideogrammi, curvilinei, a differenza di quelli tradizionali che sono quadrati e vengono considerati espressione della scrittura dei maschi. Una lingua soprattutto orale, espressa in forma di versi perchè cantata dalle donne durante il lavoro, poi ricamata sulle vesti delle donne-bambine che andavano "spose schiave" a uomini e alle loro famiglie. Un linguaggio segreto, un linguaggio di ribellione, di conforto, di aiuto e di rassegnazione.
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