Governo strano

Un governo strano: così è per definizione dello stesso premier l'esecutivo di Mario Monti; "strano", e quindi "al di fuori delle geometrie politiche". Per due volte, all’inizio e alla fine della sua partecipazione televisiva, domenica 8 gennaio 2012, a "Che tempo che fa", il salotto di Fabio Fazio, a Rai3, il Presidente del Consiglio Mario Monti usa l'aggettivo "strano" per definire il suo governo tecnico.

Nella storia recente del nostro Paese, sono state usate le più strane e stravaganti formule lessicali per descrivere esecutivi o situazioni politiche particolari. Abbiamo conosciuto governi balneare, istituzionale, di transizione, del presidente, di unità nazionale, dell'emergenza, della stampella, della legalità, di responsabilità nazionale.

Il governo strano, per stessa ammissione di chi lo guida, è una novità assoluta.


La stranezza di questo governo, ha scritto Aldo Grasso sul Corriere della Sera il 10 gennaio 2012, "consiste nel fatto che Monti parla di cose concrete, di consapevolezze, persino di stati d'animo" quando confessa di sentire "un po' di pena per i politici che sono così trattati male dall'opinione pubblica". E con il governo strano "anche la politica in tv ha cambiato genere", abbandonando "l'infotainment, quella strana mescolanza in cui informazione e intrattenimento, comico e serio, reale e surreale si fondevano in una nuova forma espressiva".

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