Perché il nuovo acquario della capitale d'Italia dovrà chiamarsi Sea life Roma Aquarium?, si chiede oggi Maurizio Caprara sul Corriere della Sera.
La denominazione del nuovo Acquario di Roma (80 milioni di euro di investimento, 30 vasche e un milione di litri d'acqua) fa discutere. Se, come scrive Caprara, l'obiettivo della nuova attrazione capitolina sarà quello "di aumentare le presenze turistiche a Roma per scavalcare Londra e Parigi", non si capisce perchè ricorrere ad una espressione anglosassone.
Sea Life (vita marina) è il nome dell'acquario di Londra e di molti altri acquari sparsi nel mondo, e non solo in paesi di lingua inglese.
In Italia, si contano almeno 16 acquari: dal più famoso, quello di Genova, secondo per grandezza in Europa solo a Valencia, al più antico in Europa tra quelli ancora esistenti, la Stazione Zoologica Anton Dohrn di Napoli, aperta il 12 gennaio 1874 solo dopo una struttura a Berlino ormai chiusa.
L'unica licenza linguistica appartiene a quello di Ravenna: Acquae Mundi. Tutti gli altri rispettano una costruzione standard: Acquario di ... Alghero, Genova, Milano, Trieste. E Roma?
"Non va bene Mare nostrum - scrive Caprara - perché dei 5.000 esemplari esibiti, di 100 specie acquatiche, parte verrà da fuori il Mediterraneo? Dunque perché non chiamarlo Mare in terra o Mare e basta? Se si aggiungesse una stella alpina alle marine, perfino Mare e Monti in onore del presidente del Consiglio potrebbe essere meno peggio. Denoterebbe un filo di piaggeria, già, ma meno subordinazione di quanta ne affiora da una scelta improntata a viltà linguistica. Per identificare quello tenuto ad attrarre turisti a Roma la nostra lingua non offre di meglio?"
«Parla come magni», si potrebbe così esortare il Comune di Roma. E il Corriere della Sera invita chi ha idee migliori di Sea Life (e non è complicato!) a scrivere a http://roma.corriere.it
La denominazione del nuovo Acquario di Roma (80 milioni di euro di investimento, 30 vasche e un milione di litri d'acqua) fa discutere. Se, come scrive Caprara, l'obiettivo della nuova attrazione capitolina sarà quello "di aumentare le presenze turistiche a Roma per scavalcare Londra e Parigi", non si capisce perchè ricorrere ad una espressione anglosassone.
Sea Life (vita marina) è il nome dell'acquario di Londra e di molti altri acquari sparsi nel mondo, e non solo in paesi di lingua inglese.
In Italia, si contano almeno 16 acquari: dal più famoso, quello di Genova, secondo per grandezza in Europa solo a Valencia, al più antico in Europa tra quelli ancora esistenti, la Stazione Zoologica Anton Dohrn di Napoli, aperta il 12 gennaio 1874 solo dopo una struttura a Berlino ormai chiusa.
L'unica licenza linguistica appartiene a quello di Ravenna: Acquae Mundi. Tutti gli altri rispettano una costruzione standard: Acquario di ... Alghero, Genova, Milano, Trieste. E Roma?
"Non va bene Mare nostrum - scrive Caprara - perché dei 5.000 esemplari esibiti, di 100 specie acquatiche, parte verrà da fuori il Mediterraneo? Dunque perché non chiamarlo Mare in terra o Mare e basta? Se si aggiungesse una stella alpina alle marine, perfino Mare e Monti in onore del presidente del Consiglio potrebbe essere meno peggio. Denoterebbe un filo di piaggeria, già, ma meno subordinazione di quanta ne affiora da una scelta improntata a viltà linguistica. Per identificare quello tenuto ad attrarre turisti a Roma la nostra lingua non offre di meglio?"
«Parla come magni», si potrebbe così esortare il Comune di Roma. E il Corriere della Sera invita chi ha idee migliori di Sea Life (e non è complicato!) a scrivere a http://roma.corriere.it
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