Spending review è uno dei grandi temi del momento al centro del dibattito politico e sebbene titoli di telegiornali e quotidiani in questi ultimi tempi evochino ripetutamente l'espressione inglese, la comprensione precisa del fenomeno non è sempre così immediata.
Con spending review si intende quel programma di analisi e valutazione della spesa delle amministrazioni centrali volto a fornire una metodologia per migliorare sia il processo di decisione delle priorità e di allocazione delle risorse, sia la performance delle amministrazioni pubbliche in termini di qualità ed efficienza dei servizi offerti.
Spending review si affaccia nelle cronache politiche e giornalistiche italiane già con la legge finanziaria per il 2007, introdotto dall'allora Ministro dell'Economia Tommaso Padoa Schioppa, secondo governo Prodi. Un programma avviato in via sperimentale sulla base di analoghe esperienze internazionali e successivamente trasformato in programma "permanente" con la legge finanziaria per il 2008.
Con il governo Monti, la spending review torna prepotentemente d'attualità e diventa un elemento centrale nell'ottica del risparmio e del contenimento della spesa pubblica.
Perchè usare spending review quando "l'espressione è molto facile da tradurre in revisione della spesa che ha anche il vantaggio di esser più chiara", si chiede Valeria Della Valle, docente di Linguistica italiana all'Università di Roma La Sapienza, e ospite del Salvalingua il 4 luglio a Radio Radio.
"Altro discorso sono quelle parole, come spread, che hanno ormai un ambito internazionale e difficilmente possono essere sostituite da un corrispondente italiano proprio perchè la stessa parola è usata in tutti i Paesi del mondo".
Ascolta l'intervista a Valeria Della Valle - Salvalingua del 4 luglio 2012
Con spending review si intende quel programma di analisi e valutazione della spesa delle amministrazioni centrali volto a fornire una metodologia per migliorare sia il processo di decisione delle priorità e di allocazione delle risorse, sia la performance delle amministrazioni pubbliche in termini di qualità ed efficienza dei servizi offerti.
Spending review si affaccia nelle cronache politiche e giornalistiche italiane già con la legge finanziaria per il 2007, introdotto dall'allora Ministro dell'Economia Tommaso Padoa Schioppa, secondo governo Prodi. Un programma avviato in via sperimentale sulla base di analoghe esperienze internazionali e successivamente trasformato in programma "permanente" con la legge finanziaria per il 2008.
Con il governo Monti, la spending review torna prepotentemente d'attualità e diventa un elemento centrale nell'ottica del risparmio e del contenimento della spesa pubblica.
Perchè usare spending review quando "l'espressione è molto facile da tradurre in revisione della spesa che ha anche il vantaggio di esser più chiara", si chiede Valeria Della Valle, docente di Linguistica italiana all'Università di Roma La Sapienza, e ospite del Salvalingua il 4 luglio a Radio Radio.
"Altro discorso sono quelle parole, come spread, che hanno ormai un ambito internazionale e difficilmente possono essere sostituite da un corrispondente italiano proprio perchè la stessa parola è usata in tutti i Paesi del mondo".
Ascolta l'intervista a Valeria Della Valle - Salvalingua del 4 luglio 2012
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