Elezioni 2013 tra giaguari e Imu


Ultime ore di campagna elettorale ed è già possibile fare un primo bilancio in termini di "parole chiave", cioè i termini più ripetuti che si sono abbattuti su di noi in queste settimane e quelli che più hanno caratterizzato leaders e partiti. 

Quasi ossessivo il ricorso in questi giorni di due espressioni come "voto utile" e "voto disgiunto" che crea non poca confusione. "Voto utile? Significa governabilità e responsabilità" ha ricordato ieri Casini. Ci va giù duro Ingroia: "Parlare di voto utile è un inganno". Netto Schifani: "Il voto utile è quello per il Pdl". Più ecumenico Bersani: "Tutti i voti sono utili". Insomma, tutti lo richiamano, tutti lo desiderano.  

Più complicato il concetto di "voto disgiunto" che riguarda strettamente la Lombardia dove gli elettori di centrodestra e di centrosinistra potrebbero votare in modo differente tra Regionali e Senato. Guarda caso, chi si è detto fortemente contro il "voto disgiunto" è Monti che teme la ricaduta sul proprio candidato alla presidenza della Regione, Albertini. Il quale riassume in un sol colpo: "Voto disgiunto lo propugna chi lo ritiene utile".

Avete perso il filo? Vi state annoiando? Più che comprensibile. E allora cambiamo registro.

Maroni propone l'adozione di una moneta locale in Lombardia che si affianchi all'euro. Bersani la chiama ironicamente il "marone". E Albertini commenta: "Ci manca solo il Lombard per aumentare il senso del ridicolo rispetto all'alleanza PdL-Lega". Non mancano gli animali nella competizione elettorale. Bersani dichiara di voler battere Berlusconi e annuncia: "Smacchieremo il giaguaro". La replica del Presidente del Pdl non si fa attendere: "Bersani vuole smacchiare il giaguaro che sarei io? Lo avverto: sotto troverà un leone". 

Ma le parole-chiave su cui si gioca la campagna elettorale sono ovviamente altre. Imu, ad esempio, su cui Berlusconi ha costruito una vera e propria campagna di comunicazione. O populismo, termine ormai frequentemente richiamato in senso spregiativo, appiccicato come una etichetta a Beppe Grillo da tutti i suoi rivali.

Sono però i social network ormai il termometro di certe tendenze. Anche linguistiche. Una ricerca elaborata da Tycho e presentata alcuni giorni fa da Gianni Riotta su La Stampa, rivela gli #hastag che più caratterizzano alcuni candidati politici sull'ormai popolare Twitter, contrassegnandone anche il campo di discussione o i temi più sensibili. Ad esempio, scrive Riotta, “#fisco resta una parola chiave per il Pdl, mentre su Bersani militanti e avversari litigano a proposito di #Ilva #tangenti e #Grecia. Grillo domina con l'hastag #tsunamitour e con il sonoro #piazzapulita. Mentre per Monti vengono considerati i temi #scuola #Lega #Sel #Obama e #Grecia: tradotto, come si schiererà dopo il voto e quanto peso ha il suo amplomb internazionale nella campagna?"

La risposta è attesa tra non molte ore!

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