Vado all'ufficio postale per
ritirare una raccomandata e vacillo di fronte allo sportello 'posta inesitata':
sarà il mio? Così si confida una cara amica, un po' perplessa, un po' affranta,
con ancora in mano il biglietto eliminacode: 'Posta inesitata' vi è scritto
sopra. Sono ignorante?, chiede lei; no, sei vittima del burocratese?, la
rassicuro.
Chissà quante volte ciascuno di noi si è imbattuto in una simil avventura, alle prese con terminologie ed espressioni incomprensibili o semplicemente inutili. E ci si è sempre chiesti: ma perché nel comunicare al cittadino, le pubbliche amministrazioni e le aziende usano una lingua che col cittadino nulla ha a che fare?
Domande senza risposta se è vero che il burocratese continua ad imperare, imponendoci gli 'obliterare', i 'de cuius' e le 'condizioni ostative'. Il linguista Massimo Arcangeli, insieme alla Zanichelli, ha recentemente promosso un dizionario antiburocratese online che si alimenta con l'aiuto dei lettori. Ad esempio, Marco segnala la locuzione 'impianto natatorio' usata su un bando dal comune di Ozieri, in provincia di Sassari, e si chiede perché non sia stata usata la più semplice parola 'piscina'. Giusto, anzi si direbbe ovvio se non fosse che gli amministratori sardi neppure c'hanno pensato.
E così per le Poste Italiane che a 'inesitata' avrebbero potuto preferire il ben più comprensibile 'non consegnata'. Bastava consultare un qualsiasi dizionario. Ad esempio, su Hoepli on line, alla definizione di inesitato troviamo: "BUR Nei servizi postali, di lettera, pacco e sim. che non è stato possibile consegnare al destinatario". Dove quel 'BUR' iniziale sta per 'burocratico': come dire, il termine è tecnicamente corretto ma usatelo nel vostro ambito, non nel rapporto con i cittadini.
E allora se davvero l'ufficio postale è uno 'Sportello amico' come recita uno slogan dell'azienda, si potrebbe cominciare a renderlo più amico usando parole alla portata di tutti e trasformando l'orrido 'inesitata' in 'non consegnata'. Anche da piccoli (apparenti) gesti si misura l'efficientamento, ops, l'efficienza di un servizio.
Chissà quante volte ciascuno di noi si è imbattuto in una simil avventura, alle prese con terminologie ed espressioni incomprensibili o semplicemente inutili. E ci si è sempre chiesti: ma perché nel comunicare al cittadino, le pubbliche amministrazioni e le aziende usano una lingua che col cittadino nulla ha a che fare?
Domande senza risposta se è vero che il burocratese continua ad imperare, imponendoci gli 'obliterare', i 'de cuius' e le 'condizioni ostative'. Il linguista Massimo Arcangeli, insieme alla Zanichelli, ha recentemente promosso un dizionario antiburocratese online che si alimenta con l'aiuto dei lettori. Ad esempio, Marco segnala la locuzione 'impianto natatorio' usata su un bando dal comune di Ozieri, in provincia di Sassari, e si chiede perché non sia stata usata la più semplice parola 'piscina'. Giusto, anzi si direbbe ovvio se non fosse che gli amministratori sardi neppure c'hanno pensato.
E così per le Poste Italiane che a 'inesitata' avrebbero potuto preferire il ben più comprensibile 'non consegnata'. Bastava consultare un qualsiasi dizionario. Ad esempio, su Hoepli on line, alla definizione di inesitato troviamo: "BUR Nei servizi postali, di lettera, pacco e sim. che non è stato possibile consegnare al destinatario". Dove quel 'BUR' iniziale sta per 'burocratico': come dire, il termine è tecnicamente corretto ma usatelo nel vostro ambito, non nel rapporto con i cittadini.
E allora se davvero l'ufficio postale è uno 'Sportello amico' come recita uno slogan dell'azienda, si potrebbe cominciare a renderlo più amico usando parole alla portata di tutti e trasformando l'orrido 'inesitata' in 'non consegnata'. Anche da piccoli (apparenti) gesti si misura l'efficientamento, ops, l'efficienza di un servizio.
Questo articolo è stato pubblicato sul blog 'Briciole di pane' su ilquotidianodelazio.it
http://www.ilquotidianodellazio.it/articoli/2471/posta-inesitata-che-orrore-il-burocratese
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Commenti
Il problema è la pigrizia e l'accesso alla comunicazione di gente quasi analfabeta. Tutti si sentono in pieno diritto di scrivere, scrivere, scrivere... e il mondo viene invaso di messaggi che risultano incomprensibili anche per chi si sforza di interpretarli. Spesso devo arrendermi di fronte a certi paragrafi, anche dopo avere applicato i più sofisticati metodi deduttivi di Sherlock Holmes. A chi non è capitato? I pochi che scrivono correttamente devono soccombere ai molti che imbrattano le pagine web di ciarpame, spesso farcito di turpiloqui. Finiremo per comunicare con una manciata di emoticons e maiuscole intervallate.