Lui l'aveva annunciato in un tweet: "Se prevarranno gli estremismi, sarò diversamente berlusconiano". Il giorno della verità, il 2 ottobre, si è concluso con una battuta che, rivela sul suo blog Famiglia Cristiana, circola insistentemente: "Ora Berlusconi è diventato diversamente alfaniano". Ironia della sorte di un neologismo che ha già subìto una evoluzione, una modificazione genetica.
E così l'espressione inventata da Angelino Alfano domenica 29 settembre, è finita col diventare uno snodo decisivo non solo per le sorti del governo guidato da Enrico Letta ma, probabilmente, per i futuri scenari del centro-destra. Perchè, come ha scritto Antonio Polito sul Corriere della Sera, in fondo di una "sfida senza precedenti" si è trattato, una sfida lanciata dai "cinque ministri diversamente berlusconiani ... al loro fondatore".
'Diversamente berlusconiano', "un capolavoro di 'angelina' fedeltà e di 'diavolino' tradimento", ha spiegato su Repubblica Francesco Merlo. L'espressione richiama una formula, il 'diversamente abile' (o anche 'diversabile'), attestato nell'italiano scritto dal 2004, che identifica chi "può svolgere compiti e lavori che gli permettono di integrarsi socialmente, pur avendo difficoltà motorie o psichiche". Nel linguaggio del politicamente corretto, i diversamente abili sono le persone con handicap. E, scrive ancora Merlo, "così si sente Alfano: un berlusconiano azzoppato. E conoscendo Alfano, che è stato sempre il più servizievole, in quel 'diversamente' non c'è il voltafaccia (...) ma c'è la morte di una identità".
Ma non solo. C'è anche la nascita di una nuova possibile formula politica a cui proprio i ministri berlusconiani hanno subito creduto. Beatrice Lorenzin ha confessato che "come Alfano mi sento una diversamente berlusconiana", mentre Gaetano Quagliarello, intervistato dal Messaggero, ha ipotizzato la possibilità di "creare una nuova formazione dove sia possibile essere diversamente berlusconiani".
L'espressione lanciata su Twitter ha ovviamente subito trovato proprio sulla piattaforma social ampia eco, soprattutto in chiave ironica. Stamattina sono #diversamente sveglio (@renzocampanella), Anche il pd è diversamente compatto (@kaniomartinelli), E' come dire che i cassintegrati sono diversamente occupati (@_iStef91). Un gioco a cui non si sono sottratti neppure firme illustri: del cinema, ad esempio, come Alessandro Gassmann: Diversamente Berlusconiano come se fosse Antani.
Tutto, poche ore prima del 'redde rationem'. Poi, la convulsa giornata della fiducia a Enrico Letta, con polemiche, faide, defezioni, dichiarazioni al veleno, litigi, intrighi, fuoriuscite e lotte di potere. I berlusconiani che sfidano i 'diversamente berlusconiani', anzi gli ormai 'alfaniani'. E l'esito finale con il colpo di scena, l'appoggio al governo annunciato a sorpresa da Berlusconi in persona. E l'iperbolica trasformazione del neologismo appena coniato: "Ora Berlusconi è diventato diversamente alfaniano".
E così l'espressione inventata da Angelino Alfano domenica 29 settembre, è finita col diventare uno snodo decisivo non solo per le sorti del governo guidato da Enrico Letta ma, probabilmente, per i futuri scenari del centro-destra. Perchè, come ha scritto Antonio Polito sul Corriere della Sera, in fondo di una "sfida senza precedenti" si è trattato, una sfida lanciata dai "cinque ministri diversamente berlusconiani ... al loro fondatore".
'Diversamente berlusconiano', "un capolavoro di 'angelina' fedeltà e di 'diavolino' tradimento", ha spiegato su Repubblica Francesco Merlo. L'espressione richiama una formula, il 'diversamente abile' (o anche 'diversabile'), attestato nell'italiano scritto dal 2004, che identifica chi "può svolgere compiti e lavori che gli permettono di integrarsi socialmente, pur avendo difficoltà motorie o psichiche". Nel linguaggio del politicamente corretto, i diversamente abili sono le persone con handicap. E, scrive ancora Merlo, "così si sente Alfano: un berlusconiano azzoppato. E conoscendo Alfano, che è stato sempre il più servizievole, in quel 'diversamente' non c'è il voltafaccia (...) ma c'è la morte di una identità".
Ma non solo. C'è anche la nascita di una nuova possibile formula politica a cui proprio i ministri berlusconiani hanno subito creduto. Beatrice Lorenzin ha confessato che "come Alfano mi sento una diversamente berlusconiana", mentre Gaetano Quagliarello, intervistato dal Messaggero, ha ipotizzato la possibilità di "creare una nuova formazione dove sia possibile essere diversamente berlusconiani".
L'espressione lanciata su Twitter ha ovviamente subito trovato proprio sulla piattaforma social ampia eco, soprattutto in chiave ironica. Stamattina sono #diversamente sveglio (@renzocampanella), Anche il pd è diversamente compatto (@kaniomartinelli), E' come dire che i cassintegrati sono diversamente occupati (@_iStef91). Un gioco a cui non si sono sottratti neppure firme illustri: del cinema, ad esempio, come Alessandro Gassmann: Diversamente Berlusconiano come se fosse Antani.
Tutto, poche ore prima del 'redde rationem'. Poi, la convulsa giornata della fiducia a Enrico Letta, con polemiche, faide, defezioni, dichiarazioni al veleno, litigi, intrighi, fuoriuscite e lotte di potere. I berlusconiani che sfidano i 'diversamente berlusconiani', anzi gli ormai 'alfaniani'. E l'esito finale con il colpo di scena, l'appoggio al governo annunciato a sorpresa da Berlusconi in persona. E l'iperbolica trasformazione del neologismo appena coniato: "Ora Berlusconi è diventato diversamente alfaniano".
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