Half
Pipe, Slopestyle, Skeleton, Freestyle ... scorrendo il calendario delle
Olimpiadi invernali tra una gara di sci e un match di hockey ecco
comparire discipline sportive dal nome impronunciabile o
incomprensibile.
Confessiamolo,
un certo disorientamento l'abbiamo avuto anche quando la prima volta
abbiamo sentito parlare di curling. Vedendo poi qualche gara, abbiamo
capito che in fondo è una versione 'al freddo' delle tradizionali bocce,
che però qui si chiamano 'stone' e viaggiano su una lastra di ghiaccio.
Sulle
altre competizioni, per i più è però buio pesto. Altro che slalom
gigante, pattinaggio o bob. Antonio Dipollina, nella rubrica
'Schermaglie' (Repubblica, 10 febbraio 2014) ha scritto: "basta girare i
canali e si scoprono cose sempre nuove e bizzarrissime come Skeleton,
Slopestyle e Half Pie e prima o poi sbucherà il Karaoke su slittino".
Come a dire, non c'è mai limite alla fantasia umana.
E'
pur vero che la storia delle Olimpiadi è ricca di non pochi casi di
strane discipline sportive, o presunte tali, a tal punto che c'è chi ha
persino redatto un decalogo. Ad esempio: nel 1900, edizione di Parigi,
le cronache raccontano della gara del Tiro al piccione vivo. Una così
cruenta competizione che di fronte allo spargimento di sangue e piume
dei circa 300 piccioni immolati alla causa sportiva, il comitato
olimpico pensò bene di non riproporla mai più nel calendario degli anni a
seguire. E nel 1936, a proposito di termini incomprensibili, venne
proposto il Kabbaddi, una sorta di wrestling a squadre sembra molto
popolare in Asia.
E allora, di fronte alla gara dal nome arcigno, c'è un'unica soluzione: accendere la tv e godersi lo spettacolo!
Questo articolo è stato pubblicato anche su radioradio.it
Commenti