Se selfie ha mandato in soffitta il vecchio concetto dell'autoscatto ed è diventato parola simbolo di un'epoca, tanto da guadagnarsi il titolo di 'parola dell'anno 2013', sappiate che siamo già oltre.
Ora, la moda ha un nuovo nome, ed è dronie, crasi di drone e selfie. Dronie descrive un video di se stessi fatto telecomandando un drone (“a video selfie taken with a drone”, scrive Word Spy, la guida ai neologismi anglosassoni).
La moda in tecnologia è rapida e anche il linguaggio si adegua velocemente. Selfie ha realmente rappresentato (e continua a rappresentare) non solo una mania tra l'egocentrismo e la voglia di esserci, con le foto postate sui social, ma anche un nuovo modo di comunicare a cui non si sono sottratti i vip dello spettacolo e del cinema, fino ai più potenti della Terra (da Obama al Papa).
Da selfie poi sono derivate una sequenza di altri neologismi come belfie (l'autoscatto del lato B del proprio corpo), helfie (foto dei capelli), legsie (foto di una gamba), welfie (autoscatto al lavoro), ussie (un selfie con più persone), drelfie (il selfie mentre si è ubriachi) e lo shelfie o bookshelf (l'autoscatto della propria libreria).
Anche dronie rientra nella categoria delle parole-figlioccie di selfie ma punta a diventare nuovo termine-guida dei tempi. Come spesso capita, vocabolo e moda arrivano direttamente dagli Stati Uniti. Dove la videocamera del cellulare pare stia perdendo il confronto con l'elicotterino con telecamera integrata (un drone, appunto) in grado di riprendere dall'alto qualsiasi cosa, quindi anche se stessi, con un effetto panoramico e suggestivo al cui confronto il selfie è roba da da antiquariato.
L'apripista di questa nuova evoluzione della vanità pare sia Amit Gupta, un ragazzo di San Francisco che ha postato su Vimeo il video di se stesso ripreso da un drone a distanza ravvicinata. Il primo 'dronie' della storia sarebbe proprio il suo, ma l'effetto emulazione è già partito.
Ora, la moda ha un nuovo nome, ed è dronie, crasi di drone e selfie. Dronie descrive un video di se stessi fatto telecomandando un drone (“a video selfie taken with a drone”, scrive Word Spy, la guida ai neologismi anglosassoni).
La moda in tecnologia è rapida e anche il linguaggio si adegua velocemente. Selfie ha realmente rappresentato (e continua a rappresentare) non solo una mania tra l'egocentrismo e la voglia di esserci, con le foto postate sui social, ma anche un nuovo modo di comunicare a cui non si sono sottratti i vip dello spettacolo e del cinema, fino ai più potenti della Terra (da Obama al Papa).
Da selfie poi sono derivate una sequenza di altri neologismi come belfie (l'autoscatto del lato B del proprio corpo), helfie (foto dei capelli), legsie (foto di una gamba), welfie (autoscatto al lavoro), ussie (un selfie con più persone), drelfie (il selfie mentre si è ubriachi) e lo shelfie o bookshelf (l'autoscatto della propria libreria).
Anche dronie rientra nella categoria delle parole-figlioccie di selfie ma punta a diventare nuovo termine-guida dei tempi. Come spesso capita, vocabolo e moda arrivano direttamente dagli Stati Uniti. Dove la videocamera del cellulare pare stia perdendo il confronto con l'elicotterino con telecamera integrata (un drone, appunto) in grado di riprendere dall'alto qualsiasi cosa, quindi anche se stessi, con un effetto panoramico e suggestivo al cui confronto il selfie è roba da da antiquariato.
L'apripista di questa nuova evoluzione della vanità pare sia Amit Gupta, un ragazzo di San Francisco che ha postato su Vimeo il video di se stesso ripreso da un drone a distanza ravvicinata. Il primo 'dronie' della storia sarebbe proprio il suo, ma l'effetto emulazione è già partito.
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