"La Troika non esiste più", ha spiegato ieri sera il premier greco Alexis Tsipras confermando il pensiero già chiaramente espresso dopo aver vinto le elezioni politiche: "La Troika è finita".
La cancellazione del termine troika è infatti uno dei punti fermi dell'accordo raggiunto tra il presidente dell'Eurogruppo, Jeroen Dijsselbloem, e Alexis Tsipras. Sparisce la parola 'Troika' dai comunicati sulla Grecia e comparirà il più generico 'istituzioni'.
Una questione di forma più che di sostanza, visto che i tecnici incaricati di lavorare con i greci per il negoziato sul piano di salvataggio provengono proprio da UE, Fmi e Bce, ovvero le tre istituzioni che compongono la Troika.
Solo sfumature linguistiche? Nel laborioso compromesso politico anche le parole giocano un ruolo determinante. Oltre, al termine Troika, sarebbe stato infatti deciso di eliminare dai comunicati ufficiali anche 'estensione' (relativo al piano di salvataggio della Grecia) parola che aveva fatto naufragare una prima bozza di accordo tra lo stesso Dijsselbloem e il ministro Varoufakis. Meglio espressioni più soft come 'valutazione tecnica', 'terreno comune', 'programma di assistenza attuale', 'piani del governo greco'. Insomma, l'eliminazione di troika si porta dietro la cancellazione (quantomeno virtuale) di tutto il prepotente bagaglio linguistico inviso dai cittadini dei Paesi colpiti dalla crisi: austerità, neoliberismo, falchi (soprattutto, tedeschi).
Potrebbe dunque tramontare velocemente il termine troika nel senso più diffuso con cui viene ormai usato, cioè quell'organismo formato da rappresentanti della Commissione europea, della Banca centrale europea e del Fondo monetario internazionale incaricati di verificare il rispetto dei programmi di risanamento dei conti pubblici e di riforme economiche dei Paesi europei che si trovano sotto assistenza. Troika (dal russo trojka, 'terzina' o 'terzetto') si afferma in tal senso dal 2010 e da allora acquista una precisa connotazione nelle vicende economiche europee, odiato dall'opinione pubblica dei Paesi dall'alto debito pubblico, baluardo a difesa del rigore e del rispetto delle regole per classe politica e cittadini dei Paesi nordeuropei.
Alexis Tsipras dovrà ancora molto lavorare per tirar fuori dalla crisi il suo Paese, ma intanto un risultato lo ha già raggiunto: l'eliminazione della parola troika non è solo un fatto linguistico ma rappresenta anche una chiara indicazione politica.
La cancellazione del termine troika è infatti uno dei punti fermi dell'accordo raggiunto tra il presidente dell'Eurogruppo, Jeroen Dijsselbloem, e Alexis Tsipras. Sparisce la parola 'Troika' dai comunicati sulla Grecia e comparirà il più generico 'istituzioni'.
Una questione di forma più che di sostanza, visto che i tecnici incaricati di lavorare con i greci per il negoziato sul piano di salvataggio provengono proprio da UE, Fmi e Bce, ovvero le tre istituzioni che compongono la Troika.
Solo sfumature linguistiche? Nel laborioso compromesso politico anche le parole giocano un ruolo determinante. Oltre, al termine Troika, sarebbe stato infatti deciso di eliminare dai comunicati ufficiali anche 'estensione' (relativo al piano di salvataggio della Grecia) parola che aveva fatto naufragare una prima bozza di accordo tra lo stesso Dijsselbloem e il ministro Varoufakis. Meglio espressioni più soft come 'valutazione tecnica', 'terreno comune', 'programma di assistenza attuale', 'piani del governo greco'. Insomma, l'eliminazione di troika si porta dietro la cancellazione (quantomeno virtuale) di tutto il prepotente bagaglio linguistico inviso dai cittadini dei Paesi colpiti dalla crisi: austerità, neoliberismo, falchi (soprattutto, tedeschi).
Potrebbe dunque tramontare velocemente il termine troika nel senso più diffuso con cui viene ormai usato, cioè quell'organismo formato da rappresentanti della Commissione europea, della Banca centrale europea e del Fondo monetario internazionale incaricati di verificare il rispetto dei programmi di risanamento dei conti pubblici e di riforme economiche dei Paesi europei che si trovano sotto assistenza. Troika (dal russo trojka, 'terzina' o 'terzetto') si afferma in tal senso dal 2010 e da allora acquista una precisa connotazione nelle vicende economiche europee, odiato dall'opinione pubblica dei Paesi dall'alto debito pubblico, baluardo a difesa del rigore e del rispetto delle regole per classe politica e cittadini dei Paesi nordeuropei.
Alexis Tsipras dovrà ancora molto lavorare per tirar fuori dalla crisi il suo Paese, ma intanto un risultato lo ha già raggiunto: l'eliminazione della parola troika non è solo un fatto linguistico ma rappresenta anche una chiara indicazione politica.
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