Spending (da sola) non fa revisione della spesa

Invasione di anglicismi? E' vero, un tormentone spesso stucchevole. Quindi, la premessa è: non siamo qui per la solita morale sull'eccessivo ricorso a termini ed espressioni provenienti da altre lingue. Ma almeno, se proprio dobbiamo ricorrervi, facciamolo bene. Se revisione della spesa non è troppo sexy e quindi meglio la famigerata spending review, non si cada però nell'errore di una semplificazione che ne snatura il reale significato. 

Così, il titolo del Sole 24 Ore di oggi "Spending triennale per il taglio tasse" lasciando per strada la parola 'review' fa intendere - alla lettera - una strategia di spesa triennale, esattamente l'opposto del piano invece allo studio che, si legge nell'articolo, prevede un taglio delle tasse che marcerà di pari passo con il programma di revisione della spesa, più avanti addirittura marchiato con l'avveniristica formula di "spending review 2.0". 

Qualcuno dirà: colpa dei titoli, compressi in così poche battute...macchè, anche all'interno dell'articolo (all'inizio della seconda colonna, come si può controllare nell'immagine) si cade di nuovo nella scomparsa della 'review': "I 10 miliardi della spending per il 2016 sono già destinati...".

Scomparsa, dimenticanza, chiamatela come volete, peraltro già rilevata dalla collega Tiziana Antonelli qualche giorno fa in una lettera al quotidiano Repubblica, ma che fa ancor più rumore se avviene sul quotidiano economico italiano certamente più autorevole.

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