Fantozzi e la rivoluzione lessicale

Un omaggio a Paolo Villaggio nel giorno della sua scomparsa è legato alla maschera del personaggio più celebre e controverso, Fantozzi, la "prima vera maschera nazionale" ha sottolineato Roberto Benigni "con la quale ci ha umiliati e corretti" (1)

Una maschera capace di innovare il linguaggio. La creatività verbale di Fantozzi
è, per stessa ammissione di Villaggio, "forse il motivo del mio successo. Credo di potermi considerare un po’ il creatore di un nuovo lessico, di espressioni e parole non prevedibili" (2). Congiuntivi sbagliati (venghi, vadi, eschi), superlativi assoluti, allusioni e vezzeggiativi. "Io penso che sia proprio questo il successo fondamentale, quello che rimane: il fatto di non essere prevedibile dal punto di vista linguistico. La comicità di Fantozzi non è tanto nella situazione quanto nel linguaggio che la racconta, che diventa un linguaggio mai sentito prima, del tutto differente da quello normale" (3).

Aggettivi che non saranno più gli stessi: pazzesco, orrendo, tragico. Espressioni da effetto comico che entrano nel linguaggio comune: "megadirettore galattico", "salivazione azzerata", "sedie in pelle umana", "come è umano lei".

Una rivoluzione lessicale che nasce dallo stesso cognome del ragionier Ugo, Fantozzi appunto, e dalla sua derivazione, "fantozziano". Proprio con le definizioni di questi due termini ormai inseriti nei dizionari italiani, vogliamo ricordare oggi Paolo Villaggio.


Fantozzi

per anton. Figura di impiegato di modesta qualificazione professionale, perennemente frustrato e inadeguato alle situazioni della vita familiare e d'ufficio, ignobilmente servile con i superiori e perciò destinato a umiliazioni e fallimenti d'ogni genere: quello è proprio un f. (Hoepli)

s. m. [uso antonomastico del cognome del ragionier Ugo Fantozzi, personaggio comico cinematografico creato e impersonato dall’attore P. Villaggio], fam. – Uomo incapace, goffo e servile, che subisce continui fallimenti e umiliazioni, portato a fare gaffes e a sottomettersi ai potenti: oggi mi sento proprio un f.; i fantozzi della politica. (Treccani)


Fantozziano

agg. [der. di fantozzi (v. la voce prec.)], fam. – Di persona, impacciato e servile con i superiori: quel collaboratore è proprio una figura fantozziana. Anche, di accadimento, penoso e ridicolo: una situazione fantozziana. (Treccani)

(fam.) si dice di persona talmente ossequiosa nei confronti dei superiori da dar luogo a situazioni grottesche. Etimologia: ← dal nome del personaggio del ragionier fantozzi, creato dall’attore p. villaggio nel 1975. (Garzanti)


Note:
(1) Intervista di Roberto Benigni a SkyTg24, 3 luglio 2017
(2) e
(3) da "Fantozzi, è lei? No, siete voi ...", L'Espresso, http://espresso.repubblica.it/visioni/2016/11/28/news/fantozzi-e-lei-no-siete-voi-1.289508

Commenti

zoppaz ha detto…
Misurare la grandezza di un personaggio dalle tracce che ha lasciato nella lingua è un approccio interessantissimo. Nel caso di Villaggio la notorietà dovuta ai film, anche se i suoi libri erano anche più interessanti, ma non così popolari.