(la Repubblica, Ilaria Venturi)
"Because I'm happy" lo possiamo anche canticchiare con Pharrell Williams. I guai cominciano con la scrittura. Because è la parola più sbagliata nel mondo, replicata in ben 237 modi diversi. Ed è al top degli errori che gli italiani fanno in inglese (la scriviamo con la "o"). Gli studenti che imparano l'inglese lasciano per strada le lettere finali in bye e and, confondono il too con to, salutano con Hy (sarebbe Hi), dimenticano la "u" in beautiful e inciampano con especially e which. Curiosa analisi quella che offre la "Cambridge University Press" a partire da un Corpus di 1,8 miliardi di parole in lingua inglese. Un immenso database dove vengono catalogate anche oltre cinque milioni di prove di certificazione Cambridge English sostenute ogni anno nel mondo. Di qui la lista degli strafalcioni grammaticali più frequenti che fanno gli studenti nei diversi Paesi.
Gli italiani si confondono anche con avverbi e verbi: really e non very, there e non here; oppure do al posto del corretto go se vado a fare shopping, make al posto di do se faccio sport. Gli esperti non drammatizzano: i nostri studenti sono migliorati, anche se rimaniamo in fondo nel confronto con altri paesi. «In Toscana e nel Veneto il livello è alto, meno in altre regioni - spiega Patrizia Zanon, manager della Cambridge University press Italia - Gli errori spesso sono dovuti a parole di comune derivazione latina, ma con significato diverso. Il Corpus ci dice anche quali sono le trasformazioni della lingua avvenute in tempi recenti. Il senso è migliorare gli strumenti d'apprendimento. La lingua che s'impara a scuola è codificata, quella della strada è in continua evoluzione». Giovanni Iamartino, presidente dell'associazione italiana di anglistica, ricorda che l'inglese standard oggi è parlato solo dal 3% della popolazione britannica. «L'inglese scritto aggiunge - è rimasto il collante rispetto a quello parlato ormai in modi diversissimi».
L'Italia è il secondo Paese per numero di certificazioni Cambridge - 1,2 milioni di esami svolti negli ultimi cinque anni - ma gli studenti sono solo il 5% ogni anno e a prepararli è una scuola su tre. Ancora pochi. Eppure l'inglese ora s'insegna dalla primaria. «Il problema è come. I miei studenti arrivano al linguistico senza più motivazione perché non ne possono più di regole e grammatica - osserva Silvia Minardi, docente di inglese al liceo Quasimodo di Magenta, presidente dell'associazione Lend (Lingua e nuova didattica) - tredici anni di inglese a scuola fanno male all'inglese perché non basta introdurlo dalla primaria se non si guarda come viene insegnato. Manca la formazione dei docenti, e in più le ore sono state tagliate. L'inglese nella scuola è stato abbandonato».
"Because I'm happy" lo possiamo anche canticchiare con Pharrell Williams. I guai cominciano con la scrittura. Because è la parola più sbagliata nel mondo, replicata in ben 237 modi diversi. Ed è al top degli errori che gli italiani fanno in inglese (la scriviamo con la "o"). Gli studenti che imparano l'inglese lasciano per strada le lettere finali in bye e and, confondono il too con to, salutano con Hy (sarebbe Hi), dimenticano la "u" in beautiful e inciampano con especially e which. Curiosa analisi quella che offre la "Cambridge University Press" a partire da un Corpus di 1,8 miliardi di parole in lingua inglese. Un immenso database dove vengono catalogate anche oltre cinque milioni di prove di certificazione Cambridge English sostenute ogni anno nel mondo. Di qui la lista degli strafalcioni grammaticali più frequenti che fanno gli studenti nei diversi Paesi.
Gli italiani si confondono anche con avverbi e verbi: really e non very, there e non here; oppure do al posto del corretto go se vado a fare shopping, make al posto di do se faccio sport. Gli esperti non drammatizzano: i nostri studenti sono migliorati, anche se rimaniamo in fondo nel confronto con altri paesi. «In Toscana e nel Veneto il livello è alto, meno in altre regioni - spiega Patrizia Zanon, manager della Cambridge University press Italia - Gli errori spesso sono dovuti a parole di comune derivazione latina, ma con significato diverso. Il Corpus ci dice anche quali sono le trasformazioni della lingua avvenute in tempi recenti. Il senso è migliorare gli strumenti d'apprendimento. La lingua che s'impara a scuola è codificata, quella della strada è in continua evoluzione». Giovanni Iamartino, presidente dell'associazione italiana di anglistica, ricorda che l'inglese standard oggi è parlato solo dal 3% della popolazione britannica. «L'inglese scritto aggiunge - è rimasto il collante rispetto a quello parlato ormai in modi diversissimi».
L'Italia è il secondo Paese per numero di certificazioni Cambridge - 1,2 milioni di esami svolti negli ultimi cinque anni - ma gli studenti sono solo il 5% ogni anno e a prepararli è una scuola su tre. Ancora pochi. Eppure l'inglese ora s'insegna dalla primaria. «Il problema è come. I miei studenti arrivano al linguistico senza più motivazione perché non ne possono più di regole e grammatica - osserva Silvia Minardi, docente di inglese al liceo Quasimodo di Magenta, presidente dell'associazione Lend (Lingua e nuova didattica) - tredici anni di inglese a scuola fanno male all'inglese perché non basta introdurlo dalla primaria se non si guarda come viene insegnato. Manca la formazione dei docenti, e in più le ore sono state tagliate. L'inglese nella scuola è stato abbandonato».
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