(Simone Canettieri, Il Messaggero)
Nella gara «illegittima ma non annullabile» descritta da Di Maio a proposito dell'Ilva si nasconde una furbizia che non nasconde il pasticcio. Un gioco di parole - vedo non vedo e non la dico tutta - che inizia a essere sempre più frequente.
L'ossimoro, più o meno inconsapevole, quasi come nuovo tratto politico della Terza Repubblica. E così «l'obbligo per i vaccini è flessibile», secondo il ministro Giulia Grillo. E anche qui non si capisce se l'esponente del M5S - partito nato dal "non statuto" che invece ha regole ferree - si crogioli in questa doppiezza che vuoi dire tutto e il suo contrario. E allora ecco la flat tax per aliquote. Ma non serve un capo mastro per capire che se una cosa è piatta, è difficile poi che abbia degli scaglioni. E beato dunque chi riesce a seguire il filo delle parole opposte che si scontrano suscitando spesso e volentieri un enorme e appuntito «boh». O forse, appunto, nella contraddizione semantica spesso fa capolino la scorciatoia, grottesca e italianissima, di far vedere controluce - vedo non vedo e non la dico tutta - la mancata risposta alla questione. Un'aporia, ovvero un problema le cui possibilità di soluzione risultano annullate in partenza dalla contraddizione.
E si va avanti così tra la sgommata della lotta e la frenata di governo nell'eterna ricerca di un punto di luce. Ed è proprio nelle pieghe delle parole, anche queste arricciate e dritte, che per decenni il Paese ha provato a cercare una direzione. Dalle convergenze parallele alla «lucida follia» di Erasmo da Rotterdam da sempre usata come bussola da Silvio Berlusconi, fino ad arrivare al "ma anche" veltroniano e poi gli ultras moderati di Monti e via almanaccando. Ossimori anche questi ma forse non volontari, ma anzi rivelatori di una voglia che c'era di cercare di tener dentro tutto la complessità dell'esistente. Adesso la musica è cambiata: un passo di valzer è seguito subito dal cha cha cha. E si oscilla un po' di qua e un po' di là pur di non far vedere di essere fermi sempre sulla stessa mattonella. Perché, come si sa, chi contesta nel contesto fa carriera assai più lesto.
Nella gara «illegittima ma non annullabile» descritta da Di Maio a proposito dell'Ilva si nasconde una furbizia che non nasconde il pasticcio. Un gioco di parole - vedo non vedo e non la dico tutta - che inizia a essere sempre più frequente.
L'ossimoro, più o meno inconsapevole, quasi come nuovo tratto politico della Terza Repubblica. E così «l'obbligo per i vaccini è flessibile», secondo il ministro Giulia Grillo. E anche qui non si capisce se l'esponente del M5S - partito nato dal "non statuto" che invece ha regole ferree - si crogioli in questa doppiezza che vuoi dire tutto e il suo contrario. E allora ecco la flat tax per aliquote. Ma non serve un capo mastro per capire che se una cosa è piatta, è difficile poi che abbia degli scaglioni. E beato dunque chi riesce a seguire il filo delle parole opposte che si scontrano suscitando spesso e volentieri un enorme e appuntito «boh». O forse, appunto, nella contraddizione semantica spesso fa capolino la scorciatoia, grottesca e italianissima, di far vedere controluce - vedo non vedo e non la dico tutta - la mancata risposta alla questione. Un'aporia, ovvero un problema le cui possibilità di soluzione risultano annullate in partenza dalla contraddizione.
E si va avanti così tra la sgommata della lotta e la frenata di governo nell'eterna ricerca di un punto di luce. Ed è proprio nelle pieghe delle parole, anche queste arricciate e dritte, che per decenni il Paese ha provato a cercare una direzione. Dalle convergenze parallele alla «lucida follia» di Erasmo da Rotterdam da sempre usata come bussola da Silvio Berlusconi, fino ad arrivare al "ma anche" veltroniano e poi gli ultras moderati di Monti e via almanaccando. Ossimori anche questi ma forse non volontari, ma anzi rivelatori di una voglia che c'era di cercare di tener dentro tutto la complessità dell'esistente. Adesso la musica è cambiata: un passo di valzer è seguito subito dal cha cha cha. E si oscilla un po' di qua e un po' di là pur di non far vedere di essere fermi sempre sulla stessa mattonella. Perché, come si sa, chi contesta nel contesto fa carriera assai più lesto.
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