Brunei, arriva la lapidazione per gli omosessuali

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La decisione del Brunei di introdurre la lapidazione per chi compie atti sessuali con persone dello stesso sesso ha fatto molta sensazione. Imporre punizioni ormai considerate arcaiche per atti che non dovrebbero neppure essere considerati reati appare come una barbarie. Non solo. Il nuovo codice penale del piccolo Paese del Borneo legittima sanzioni crudeli e disumane come l’amputazione per chi è accusato di furto e la pena capitale anche per insulti al profeta Maometto. D’altra parte, la progressiva introduzione della sharia aveva fatto preoccupare le organizzazioni umanitarie già nel 2014 in occasione dell’entrata in vigore della prima parte del codice penale.

ONU e Unione Europea hanno subito preso posizione e condannato le nuove pene e persino alcune star internazionali si sono mosse lanciando una campagna di boicottaggio contro gli hotel di proprietà del sultano Hassanal Bolkiah, tra cui il Principe di Savoia a Milano e l’Eden a Roma. Lui, il sultano Bolkiah, ha dichiarato in diretta televisiva che il suo Paese è “giusto e felice” ma vuole che gli insegnamenti islamici diventino più forte. Se la strada saranno lapidazioni e torture lo sapremo presto. Certo sarebbe un salto indietro nel tempo per un paese che non registra una esecuzione dal 1957 e l’ultima condanna a morte è stata emessa nel 2017 per un reato connesso alla droga.

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