Pieni poteri Le parole pronunciate l'8 agosto da Matteo Salvini a Pescara — «chiedo agli italiani di darmi pieni poteri» — segnano una drammatizzazione della crisi. Perché i poteri di un premier sono fissati dalla Costituzione. E perché è la stessa frase detta da Mussolini nel 1922.
Scaldare la poltrona
«Star lì a scaldare la poltrona non fa per me», avverte Salvini il 7 agosto a Sabaudia. È il segno della rottura. Due giorni dopo annuncia la sfiducia. Il concetto di poltronismo è associato alla parola "culo". «Deputati e senatori alzino il culo e vengano in Parlamento. Anche a Ferragosto, se serve», dice.
Discontinuità, svolta
Sono le parole ripetute ossessivamente dai dem. In particolare da Zingaretti. Messe nero su bianco nell'ordine del giorno della direzione il 28 agosto. Quando viene dato il mandato ad aprire un «governo di svolta» e in «discontinuità con il precedente».
Nuovo umanesimo
Formula cara a Conte. La usa anche in Senato il 20 agosto. E poi il 29 nel discorso al Colle con cui accetta con riserva l'Incarico. L'espressione è impegnativa ma, pronunciata dopo mesi di politiche sull'immigrazione spesso definite "disumane", suona come un segno di discontinuità.
Interlocuzione
È il termine utilizzato più volte, quasi con pudore, dai due alleati riluttanti (Pd e 5S) per descrivere il loro dialogo. Il più timido è Di Maio che per giorni non riesce neppure a pronunciare la parola "Pd".
Fonti Pd, fonti M5S
In una crisi piena di imbarazzi, i vertici dem e 5S parlano alle agenzie con la formula «fonti». Il 25 agosto Zingaretti esausto dice: «Basta con le fonti, parliamo con i fatti».
Elevato
Grillo si era definito «elevato» per la prima volta nel 2016. Il 23 agosto estende l'appellativo a Conte. «Benvenuto tra gli Elevati». È l'endorsement al professore e un colpo a Di Maio.
Salvo intese
È l'espressione usata dai gialloverdi per nascondere il loro disaccordo al termine di svariati Consigli dei ministri. «Non deve più succedere», dice Conte a Repubblica il 31 agosto.
Tiziana Testa
Scaldare la poltrona
«Star lì a scaldare la poltrona non fa per me», avverte Salvini il 7 agosto a Sabaudia. È il segno della rottura. Due giorni dopo annuncia la sfiducia. Il concetto di poltronismo è associato alla parola "culo". «Deputati e senatori alzino il culo e vengano in Parlamento. Anche a Ferragosto, se serve», dice.
Discontinuità, svolta
Sono le parole ripetute ossessivamente dai dem. In particolare da Zingaretti. Messe nero su bianco nell'ordine del giorno della direzione il 28 agosto. Quando viene dato il mandato ad aprire un «governo di svolta» e in «discontinuità con il precedente».
Nuovo umanesimo
Formula cara a Conte. La usa anche in Senato il 20 agosto. E poi il 29 nel discorso al Colle con cui accetta con riserva l'Incarico. L'espressione è impegnativa ma, pronunciata dopo mesi di politiche sull'immigrazione spesso definite "disumane", suona come un segno di discontinuità.
Interlocuzione
È il termine utilizzato più volte, quasi con pudore, dai due alleati riluttanti (Pd e 5S) per descrivere il loro dialogo. Il più timido è Di Maio che per giorni non riesce neppure a pronunciare la parola "Pd".
Fonti Pd, fonti M5S
In una crisi piena di imbarazzi, i vertici dem e 5S parlano alle agenzie con la formula «fonti». Il 25 agosto Zingaretti esausto dice: «Basta con le fonti, parliamo con i fatti».
Elevato
Grillo si era definito «elevato» per la prima volta nel 2016. Il 23 agosto estende l'appellativo a Conte. «Benvenuto tra gli Elevati». È l'endorsement al professore e un colpo a Di Maio.
Salvo intese
È l'espressione usata dai gialloverdi per nascondere il loro disaccordo al termine di svariati Consigli dei ministri. «Non deve più succedere», dice Conte a Repubblica il 31 agosto.
Tiziana Testa
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