L’italiano reinventato nel "Gaddabolario"


A 50 anni dalla morte (1973) e 130 dalla nascita (1893) di Carlo Emilio Gadda, esce la pubblicazione "Gaddabolario. Duecentodiciannove parole dell'Ingegnere" (edizioni Carocci), curata da Paola Italia e altri sessanta gaddofili che hanno raccolto le più stravaganti invenzioni lessicali dello scrittore lombardo. Ne parla oggi il Quotidiano Nazionale.

«Vocaboli dialettali e stranieri, termini scientifici e triviali, vezzi eruditi, definizioni tecniche, deformazioni macaroniche, neologismi saporitissimi, stilemi personalissimi, omofonie-calembour, grotteschi ossimori, onomatopée sgangherate, tautologie barocche e brianzole, inimitabili invettive ipocondriache...», scrive Alberto Arbasino. Un elenco spesso divertentissimo ma che illumina sulla complessità di uno degli scrittori più importanti ma anche più ostici del Novecento.

La curatrice del libro confessa che «a volte si ride irrefrenabilmente, fino alle lacrime». Un esempio? "Cinobalànico": parola formata da ciño, "cane", e balanico, derivato di balano ("glande")". Ovvero: "a e... di canel". E poi: furugozzo, azimutale, gruzzolante, piscivùlvuio, fogazzaroide ... 219 parole create dall'autore di "Quer pasticciaccio brutto de via Merulana", funambolico innovatore della lingua.

Leggendo le voci di questo inventario di neologismi e tecnicismi, si intuiscono diverse cose, come la straordinaria creatività, l'autoironia, la conoscenza enciclopedica di mondi diversissimi, dalla storia all'ingegneria, dall'arte alla matematica, la pedagogia, l'architettura, la fisica e soprattutto la filosofia.

E anche la cucina, come dimostra la sua ricetta del risotto alla milanese, un bignami di lingua e tecnica gaddiana, di una brevità perfetta in tempi di deficit d'attenzione.

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