Giappone, nuovo imperatore e Olimpiadi fermeranno il boia?

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Il 2018 si è chiuso con l’impiccagione in Giappone di due uomini condannati per omicidio. Come ha comunicato il ministro della Giustizia, si tratta di Keizo Kawamura, 60 anni, e Hiroya Suemori, 67 anni. I due erano stati condannati per lo strangolamento nel 1988 del capo di una società di investimenti e di un impiegato. Sale a 15 il numero dei condannati messi a morte nel 2018, un vero e proprio record determinato soprattutto dalle 13 impiccagioni dello scorso luglio dei membri della setta Aum Shinrikyo – tra cui l’ex guru Shoko Asahara – ritenuti responsabili dell’attentato con il gas sarin nel 1995 nella metro di Tokyo.

Le esecuzioni in Giappone sono avvolte dal segreto, quindi è difficile poter dire quando verrà portato al patibolo uno dei 123 detenuti nei bracci della morte. Ma tra pochi mesi, il Paese avrà un nuovo imperatore e dopo 30 anni di regno Akihito abdicherà in favore di suo figlio Naruhito, mentre nell’estate del 2020 Tokyo tornerà ad ospitare le Olimpiadi ad oltre 50 anni dall’ultima volta.

Gli occhi del mondo si volgeranno verso il Sol Levante ed è probabile che le autorità nipponiche non vogliano oscurare le celebrazioni di questi due grandi eventi con ‘storie negative’ come le esecuzioni di condannati a morte.

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