Il coronavirus cambia anche il dizionario

(estratto dall'articolo pubblicato sul Corriere della Sera)

Le parole della paura si nutrono sempre di ignoranza e pregiudizio. Tanto da oscurare qualsiasi altro significato, schiacciandolo sotto il peso e la facilità della calunnia. Pensiamo all’esito storico, molto deviato, della parola untore. 

Deriva chiaramente dal latino unctor -oris, derivato del verbo ungĕre «ungere», participio passato unctus. E ungere non aveva nessun significato negativo, anzi . Si pensi all’applicazione terapeutica di oli o pomate a scopo curativo (e sono tutte sostante untuose) o a maggior ragione all’uso di olio consacrato in particolari situazioni religiose, ad esempio l’«estrema unzione» impartita al fedele in fin di vita o in grave pericolo, o alle «unzioni» che nella liturgia cattolica caratterizzano sacramenti come il battesimo, la cresima, l’ordinazione di sacerdoti e vescovi. 

D’altronde la stessa parola Cristo, che accompagna il nome di Gesù, deriva dal latino e dal greco e vuol dire«unto», essendo a sua volta traduzione dell’ebraico māshīah (che per noi diventerà messia) cioè «unto (del Signore)». Quindi Cristo è un appellativo che accompagna il nome di Gesù, chiarendo che lui è il «designato» da Dio, come re consacrato dall’unzione sacra. 

Il significato di untore come diffusore di virus mortali è attestato in italiano nel 1823 (Tullio De Mauro, Dizionario italiano dell’uso) e ha una precisa paternità. È Alessandro Manzoni a indicare con questa parola chi, durante la peste di Milano del 1630, venne accusato di diffondere il contagio spalmando sulle porte delle case, nelle chiese un unguento malefico. Lo scrive ultimando la primissima stesura del romanzo «Fermo e Lucia», che diventerà «I promessi sposi». 

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L’allarme mondiale suscitato dal coronavirus ha acceso i riflettori anche su un particolare tipo di untori, inconsapevoli ma straordinariamente potenti nella capacità di infettare il prossimo, i «superspreader». È il caso di Steve Walsh, il 53enne britannico che risulta aver trasmesso in pochi giorni il coronavirus cinese a 11 persone prima di essere individuato a sua volta come malato e ricoverato.

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