Arcangeli: "Stringersi la mano? Torneremo a farlo, nessun timore che scompaia"

Il tempo che stiamo vivendo dettato dall'emergenza epidemiologica COVID-19 ha messo in quarantena anche la stretta di mano. Cambierà questo gesto, una volta usciti dalla pandemia? "Qualcuno teme che possa addirittura scomparire ma è un gesto talmente antico e radicato non solo nel nostro occidente ma in tantissime culture disseminate per il mondo che è difficile pensare possa essere mandato in soffita", spiega Massimo Arcangeli, docente di Linguistica italiana presso la Facoltà di Lingue e Letterature straniere dell’Università di Cagliari, autore del libro "L'avventurosa storia della stretta di mano. Dalla Mesopotamia al Covid-19", edito da Castelvecchi. 

"Con il Covid-19 - sottolinea Arcangeli - sono esplosi in questi mesi gesti alternativi o gesti familiari o comuni a certe popolazioni e meno ad altre. Pensiamo al namastè, usato in India, nel Nepal e in altri paesi asiatici. Si uniscono i palmi delle mani rivolti verso l'alto, in forma di preghiera, si piega leggermente la testa, si accenna un rispettoso inchino e si sorride all'interlocutore. Questi e altri gesti non sono però sufficienti a dirci che un giorno abbandoneremo la stretta di mano".

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