Crippa e le parole che cambiano: "Bolla, ieri simbolo di un mondo chiuso oggi rifugio dal virus"


Con la pandemia molte parole hanno cambiato significato. Una di queste è 'bolla' al centro di un approfondimento sul Foglio di sabato 24 ottobre. L'autore è Maurizio Crippa, vicedirettore del quotidiano, che spiega come questa parola da un senso negativo ne ha acquisito oggi uno completamente inverso. 

"Bolla aveva il significato, ma un pò ce l'ha ancora, di un mondo chiuso in cui si parla solo con chi ti dà ragione e mai ti confronti seriamente con chi ha una idea diversa. Ora bolla, paradossalmente, nelle scuole inglesi e in tanti feomeni sociali, ma anche da noi, è diventato il rifugio che ci protegge da quello che c'è fuori", spiega Crippa. 

A proposito di scuole inglesi, cosa sono le 'safety bubble'? "Per tutta l'estate, da noi si è parlato dei banchi a rotelle e di mascherine, mentre nel Regno Unito GB hanno provato a isolare le classi o piccoli gruppi, mettendo i bambini nella condizione di vivere in una situazione protetta, senza avere contatti con altre 'bolle". 

Ma è un fenomeno anche molto psicologico, come per le 'social bubble'. "Negli Stati Uniti racconta Crippa - hanno preso tutto molto seriamente, con medici e psicologi che spiegavano come comportarsi. Qui da noi, non è qualcosa di organizzato, è un comportamento che adottiamo per costruirci una situazione protetta più per paura: ad esempio, usciamo poco e se andiamo a casa di qualcuno lo facciamo da chi già conosciamo".

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