Massimo Roscia: "Il signor Emme e la lotta contro gli anglicismi mezzo secolo fa"


'Ogni classe sociale ha ormai il suo gruzzolo di forestierismi che compaiono nelle più diverse situazioni della vita quotidiana ... parole italiane tradotte in inglese e poi importate: così il disegnatore diviene designer'. Breve passaggio da un articolo che potrebbe essere stato scritto oggi ma che, in realtà, ha oltre mezzo secolo sulle spalle. Il suo autore è Paolo Monelli, importante giornalista e scrittore del Novecento, intorno alla cui figura Massimo Roscia ha costruito il suo ultimo romanzo "Il dannato caso del Signor Emme", pubblicato dalla casa editrice Exòrma. 

"La figura di Monelli è un pretesto narrativo per intraprendere un viaggio surreale alla scoperta di personaggi dimenticati - spiega Roscia - Carla, la protagonista del libro è ossessionata come me dalla condanna della memoria e vuole restituire onore, rispetto, attenzione al signor Emme. Un grandissimo intellettuale del secolo scorso, Paolo Monelli aveva tra i mille interessi che coltivava anche la difesa della lingua italiana". 

"Lingua italiana allo sfacelo, lo zoo delle brutte parole ... i titoli dei ritagli dei giornali dell'epoca - Monelli ha tenuto rubriche su La Stampa e sul Corriere della Sera - dimostrano di come abbia combattutto una battaglia vera a difesa della lingua italiana. Aveva una afflizione quasi fisica nel vedere la lingua di Dante massacrata, corrotta in chi eccedeva nei neologismi, nei forestierismi e negli oscuri tecnicismi".

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